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Come finanziare una start-up: Pro e Contro di 6 diversi metodi a confronto.

Come finanziare una start-up è l’interrogativo di ogni startupper. Ecco perché oggi ho deciso di scrivere questo post.

La bella notizia è che fortunatamente i metodi per finanziare una start-up sono tanti.

Prima di scendere nei dettagli su come finanziare una start-up, voglio fare una breve, ma importante premessa.

Prodotto e team adatto 

Più che chiedersi come finanziare una start-up o fare la questua su linkedin tra i potenziali investitori, investite tempo sul vostro prodotto.

come finanziare una start-up

Come non approcciare mai un potenziale investitore via linkedIn. La forma prima di tutto.

 

Potresti leggere: Startup co-founder da evitare accuratamente quando cerchi un socio per la tua start up

Investire tempo su un prodotto significa anzitutto aver lavorato su diversi MVPs. questo link trovi come lavorare a un MVP, testare un prodotto/servizio e validarlo.

Prima di chiedere un finanziamento

Ogni startup, ben prima di mirare ad ottenere un finanziamento, dovrebbe puntare ad ottenere almeno:

  1. Un Lifetime Value (LTV) elevato. Quindi Recurring Revenue VS Total Revenue.
  2. Strettamente connesso al lifetime value è poi importante guardare al rapporto Utenti vs Revenues. Per la serie, se gli iscritti alla tua newsletter sono 1 milione e hai 1 milione di fans tra Facebook, Twitter e Instagram (cosiddette metriche della vanità), ma generi pochi spicci a nessuno importerà investire nella tua startup.
  3. Elevata profittabilità del tuo business.
  4. Conoscere il costo di acquisizione di un cliente e altri indicatori connessi
  5. Avere una crescita mese su mese in termini assoluti elevata.
  6. Altri importanti indicatori sono poi: il numero di download (per un app), il burn rate (monthly, net burn e lordo) e gli utenti attivi.

Su questo argomento, qui trovi una mia risposta su Quora.

Come finanziare una start-up

Per finanziare una start-up esistono diverse strade, alcune anche molto creative -creatività che non guasta mai- e a questo link ne trovi una che ho personalmente usato.

Consiglio: siate sempre creativi in tutto ciò che fate, specie quando si tratta di start-up.

In questo post vi parlerò di come finanziare una start-up con i metodi che vanno per la maggiore, ovvero:

  1. Business Angel.
  2. Banche.
  3. Finanziamenti pubblici.
  4. Venture Capital.
  5. Crowdfunding.
  6. ICO.

Per ciascuno metodo vi parlerò di pro e contro in relazione alla natura e allo stadio del progetto.

Prima di chiedere un finanziamento/investimento, mi raccomando, lavorate e tenete sempre pronto il vostro Startup Pitch. Al link che segue, la mia guida completa e una copia gratis da completare con le info della vostra startup: Pitch startup: come farlo, suggerimenti e copia gratis di un investor deck

1. Business Angel

Questa categoria di investitori, detti angel investor o investitori informali, fa riferimento a persone che posseggono denaro e vogliono investirlo in progetti di startup che per vari motivi ritengono interessanti.

Le ragioni che portano un business angel a volere investire in un determinato progetto sono diverse.

Ne accenno giusto qualcuna: credono nel progetto, hanno interesse in una particolare tecnologia, sono spesso imprenditori e non riescono proprio a star lontani da nuove opportunità di business.

Quando farvi ricorso: principalmente nella fase seed del progetto.

Pro: sono di più facile approccio, hanno tempistiche di analisi minori del vostro business, oltre a “metterci” i soldi saranno i vostri primi supporters e mentors.

Contro: investimenti limitati, possono rivelarsi un limite se la startup dovesse crescere rapidamente e sono necessari ulteriori aumenti di capitale.

2. Banche

Inserisco questa categoria per dovere di cronaca. Al momento conosco una sola startup italiana che ha ottenuto un finanziamento da una banca e perlopiù in fase di early-stage.

Aggiungo poi, che anche dopo qualche bilancio consolidato, perfino ottenere linee di credito da una banca per una startup (ma vale anche per molte e piccole imprese) non è affatto facile.

Quando farvi ricorso: nella fase di seed o very early-stage del progetto per chiedere perlopiù prestiti personali da usare per la vostra startup. Naturalmente la banca si vorrà tutelare e vi chiederà garanzie specifiche. Esempio: un’ipoteca sulla vostra casa o una fidejussione da parte di un terzo.

Pro: piccole linee di credito, anche attraverso una carta di credito, per sostenere le spese iniziali del progetto sono relativamente facili da ottenere.

Contro: i tassi d’interesse spesso possono essere elevati (guardate sempre al TAEG). Il gioco, tempi per ottenere una piccola linea di credito e tassi elevati, già di per sé dovrebbe scoraggiare i più.

3. Finanziamenti pubblici

Per l’imprenditoria giovanile e startup ci sono diversi finanziamenti pubblici disponibili.

Su questo sito trovate tutti in finanziamenti pubblici per startup a cui poter partecipare in Italia.

Quando farvi ricorso: varia a seconda dello specifico bando. Ci sono finanziamenti pensati per progetti che ancora sono sulla carta, altri per startup più mature.

Pro: molti dei finanziamenti sono a tassi agevolati e, talvolta, con una percentuale dell’importo erogato a fondo perduto.

Contro: limiti di varia natura. Esempio: i fondi spesso sono destinati a specifiche aree (regioni o province) in cui è richiesta la residenza e la costituzione dell’entità legale. Burocrazia talvolta elevata e altre brutture tutte italiane.

4. Venture Capital

Tra come finanziare una start-up quella del Venture Capital è la forma che va per la maggiore e una delle migliori.

I Venture Capital per loro natura investono in progetti ad alto rischio di fallimento (una media di circa 4 su 5 fallisce), ma quando solo uno di questi progetti ha successo, la sua exit, è tale da ripagare il venture per tutti gli altri progetti falliti.

I Venture acquisiscono, quando scelgono di finanziare progetti di startup, quote della start-up stessa e spesso mettono a disposizione anche competenze a livello operativo: manageriali, tecniche, pubbliche relazioni e così via.

I Venture puntano sempre su progetti di startup con team solidi, mercati ampi, prodotti o servizi che hanno già metriche consolidate e scalabili.

Quando farvi ricorso: quando il focus del vostro progetto è in linea col focus di investimento del Venture. Ogni venture interviene in specifiche fasi di vita della startup, dal seed al growth. 

Pro: esperienza nel business ovvero supporto e guida (specie se siete giovani e non avete esperienza nel mondo del lavoro/imprenditoriale) in varie aree: dal financial management all’HR, ma anche in altre attività chiave, come il legale o fiscale. Vi offrono inoltre connessioni nel mondo della business community, il che non guasta mai.

Contro: maggiore è l’iniezione di denaro e competenze nella vostra startup maggiore sarà la perdita di controllo sulla vostra società.

In alcuni casi il controllo sulla vostra società potrebbe anche andare al di sotto del 50%. Tradotto: non siete più padroni della startup che avete fondato.

Se desideri avere una lista dei principali Ventures europei e mondiali o vuoi essere introdotto contattami.

5. Crowdfunding

Nel come finanziare una start-up rientra a tutti gli effetti il crowdfunding.

Sul tema crowdfunding ho già scritto questo articolo Finanziamenti startup: reward crowdfunding VS equity crowdfunding, che ti invito a leggere e non mi dilungherò in ulteriori dettagli.

Ti ricordo solamente le differenze tra le due principali forme di crowdfunding:

  • Reward Crowdfunding ovvero in cambio di un contributo economico da parte di coloro che sostengono il tuo progetto, prometti una “ricompensa” che potrebbe, ad esempio, essere l’accesso in anteprima ai tuoi servizi.
  • L’Equity Crowdfundingè invece una modalità di finanziamento per startup che permette di raccogliere capitali a fronte della cessione di quote della tua società.

Quando farvi ricorso: personalmente la ritengo un’alternativa più che valida in fase di seed -per il reward crowdfunding-, ma anche in fase di growth della startup, specie con riferimento all’equity crowdfunding.

Pro: è possibile raccogliere fondi tra gli “entusiasti” per un particolare tipo di prodotto o servizio che sarà poi sviluppato in seguito. Per le startup con un business già consolidato, quella dell’equity crowdfunding, potrebbe essere anche un’utile alternativa al Venture. Inoltre, spesso il crowdfunding si rileva un ottimo test per valutare il prodotto/servizio sul mercato di riferimento.

Contro: gli attuali costi di una campagna di crowdfunding possono essere elevati e si deve ponderare con molte attenzione la piattaforma di crowdfunding che si sceglierà come partner.

6. ICO

ICO o Initial Coin Offering di cui ti ho parlato in questo post ICO per finanziare la tua start-up: cos’è, come lavorarci, cosa valutare è il tema del momento ogni volta che si parla di come finanziare una start-up.

Un ICO, anche se ai non addetti ai lavori può sembrare ostrogoto, non è altro che un metodo alternativo di finanziamento per le startup che non intendono ricorrere ai metodi tradizionali di raccolta capitali di cui vi ho parlato sopra.

Spiegata molto brevemente e tralasciando molti dettagli, un ICO funziona più o meno in questo modo. Di solito viene creato un token, o gettone se vi piace di più l’italiano, che serve per acquistare i servizi offerti dall’azienda in questione.

Gli investitori acquistano con criptomonete, solitamente ethereum, questi tokens che possono poi essere mantenuti o scambiati liberamente sul mercato, un po’ come avviene per le azioni di qualsiasi azienda.

I tokens possono, a seconda dell’ICO, dare diritto anche al godimento di determinati diritti.

L’argomento ICO è controverso e sul tema regna ancora la disinformazione e la deregolamentazione più completa.

Quello che mi sento di dire è che, potenzialmente quelle dell’ICO è un mercato che se adeguatamente regolamentato può mettere in discussione molti dei caposaldi del financing tradizionale.

Quando farvi ricorso: in qualsiasi stadio di vita della startup anche dopo aver raccolto finanziamenti coi metodi tradizionali.

Pro: un ICO se ben pianificata e lanciata su un progetto solido che cattura l’attenzione del pubblico, può dare accesso a volumi di finanziamenti ben maggiori di qualsiasi altro metodo di raccolta di capitali.

Contro: al momento le ICO, soprattutto per gli investitori, sono poche sicure in quanto non regolamentate dalle legislazioni di molti Paesi.

Sul tema ICO potresti leggere alcuni dei miei post in cui ti spiego come pianificarla o contattarmi per un supporto a 360 gradi :

Conclusioni

In questo post vi ho parlato di come finanziare una start-up, presentandovi diversi metodi di raccolta di capitali a cui poter far ricorso in relazione allo stadio di vita della vostra impresa e per ognuno vi ho elencato, quelli che a mio avviso, sono i pro e i contro.

Ogni metodologia di finanziamento non è a sé stante e può essere usata in alternativa o combinata con un’altra.

Sentiti libero di scrivere nei commenti o contattarmi se desideri ricevere un supporto appropriato.

Scritto da Stefano, Startup founder | Digital Entrepreneur | Mentor, seguimi su:

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