Nel 90% dei casi la tua startup fallirà. I motivi? Sono sotto il tuo naso, ma non li vedi o non vuoi vederli.
La tua startup fallirà. Non è del tutto sicuro, ma ci sono ottime possibilità che succeda. Questo è quanto. Ah, specie se hai avviato la tua startup in Italia.
Centinaia e centinaia di post sull’argomento. “Perché una startup fallisce”, “l 10 motivi per cui una startup fallisce”, “I motivi che causano il fallimento di una startup” e altre menate del genere.
Sempre a raccontare motivi, problemi, mai a proporre soluzioni. Oh, ma le startup non nascevano per fornire soluzioni?
Anch’io in passato sono stato tentato di scrivere un post sull’argomento. Ora lo sto facendo, ma non per raccontarvi quello che vi hanno già raccontato.
I motivi ufficiali per i quali la tua startup fallirà e possibili soluzioni
I motivi ufficiali per i quali la tua startup fallirà sono in una buona sostanza questi:
– Nessuno ha bisogno del prodotto o servizio che offri o la quota di mercato è troppo piccola. Motivo frequente di fallimento o limbo ovvero il precipizio prima della morte. Per minimizzare questo rischio dovresti fare delle ricerche di mercato serie. Cosa che molti, non fanno. Se ti può spronarti leggiti questo post prima di iniziare a lavorare alla tua startup Ricerca di mercato per idea di startup: i tools da usare
– Non hai abbastanza soldi per portare avanti la tua startup. Anche questo è motivo frequente di fallimento per una startup. Io ho autofinanziato una startup così Finanziare una startup con bitcoin, bootstrapping e regola 50, 20, 30, magari non è il metodo migliore, ma può essere di spunto. Il tutto dipende, per così dire, dal tempo storico. Io qui ci ho visto bene.
– Il team non è quello giusto. Qui sta a voi saper scegliere i co-founder o farvi aiutare da qualcuno che ne sa più di voi nella scelta. Dalla mia esperienza posso riportarvi questo Startup co-founder cercasi: i profili di soci da evitare assolutamente.
– Il Business Model manca o è carente. Questo è il motivo per il quale dovreste prestare più attenzione nel redigere il Business Model Canvas per la vostra startup. Spesso questo “esercizio” viene sottovalutato.
– Il vostro MVP è poco user-friendly o nemmeno sapete cos’è un minimun viable product. Spesso capita di vedere cose di questo tipo, ma c’è anche da dire che molte startup italiane non hanno nemmeno un MVP o sito internet che funzioni davvero, vi basterà leggere questo articolo -che la dice tutta- di Wired: Startup, solo 70 su 8mila hanno un sito che funziona davvero.
– Ignorate i bisogni dei vostri potenziali clienti o nella peggiore delle ipotesi nemmeno avete saputo trovarli i vostri clienti. Se avete bisogno di uno spunto su dove e come trovare i clienti per la vostra startup, leggetevi questo post: Avere i primi 1000 utenti per la tua startup senza sapere niente di coding.
– Puntate troppo sul mercato italiano. L’economia italiana (non date ascolto alle favolette della stampa) è in completa stagnazione. La gente non compra o compra poco. Sotto approfondirò meglio questo punto.
– Altri motivi in ordine sparso, ma che portano comunque al fallimento, sono: perdita di passione di uno più co-founders quando i risultati non arrivano, nessun investitore crede in voi e più in generale nel vostro prodotto, non sapete far networking, avete toppato più di un pivot o aver commesse uno di questi 13 errori.
La lista di cui sopra, non è esaustiva, ma a spanne copre il 95% dei casi di fallimento di una startup.
Naturalmente quando una startup fallisce, non è mai solo per una delle cause di cui sopra, ma per un mix di concause.
I motivi non ufficiali per i quali la tua startup fallirà. Quelli che nessuno o pochi raccontano.
Quelli sopra rientrano nella lista ufficiale dei motivi per cui una startup fallisce. Poi ci sono una serie di motivi che spiegano perchè la tua startup fallirà che si fa fatica o non si vogliono raccontare. Provo a farlo io. Anche questa non è una lista esaustiva.
– Le startup in giro (e parlo a livello mondiale) sono molto meno di quelle che pensiamo. Il requisito core che differenzia una startup da un business tradizionale (digitale o meno) è la sua scalabilità, o più semplicemente, replicabilità di quello che fa. L’ho fatta breve. Bene, poche “startup” -virgoletto, perché di fatto non lo sono- posseggono questo requisito. Se il vostro modello non è replicabile difficile che la vostra startup abbia successo. Stop. In Italia? Probabilmente negli ultimi 10 anni è stata fondata una sola startup. Arduino. Le altre? Innovazioni di business brick & mortar, copia/incolla fatti mali di vere startup. Poco.
– Il vostro team non è niente di che. Pensiate sul serio che per avviare un business l’ottenimento di una laurea, master, PHP o peggio quei corsettini fatti in qualche co-working o web agency valgano -e servano- a qualcosa? Vi sbagliate. Tanto più che l’Università italiana è lontana anni luce dal mondo del lavoro e spesso dall’impresa. Tanto più tempo passerete su qualche banco e libro tanto più la vostra base teorica aumenterà. Ottima per dare qualche risposta su Quora o mostare la vostra sapienza su qualche gruppo Facebook, meno per fare qualcosa di serio. D’altronde la teoria è quando si sa tutto ma non funziona niente. Quindi perché la vostra startup dovrebbe funzionare? Fatevi le ossa, studiate quello che davvero vi serve e mettetelo subito in pratica.
– Startup, startup, startup… ogni settimana qualche evento in cui si parla di innovazione e startup. Fateci caso ci sono più eventi e tweet sull’argomento che startup. Tacito scriveva: “Corruptissima re publica plurimae leges” che significa “moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto”. Questo a significare che se uno Stato è corrotto le leggi aumentano a dismisura, perché non più create per il bene della collettività, ma ad personam per tutelare gli interessi dei singoli corruttori in tante situazioni di vantaggio personale. In Italia si assiste a un qualcosa del genere anche in tema startup. Le leggi sono sotto forma di incubatori o pseudo tali sparsi per lo Stivale che beneficiano di fondi pubblici diretti o indiretti, i corrotti, i vari consulenti che ci lavorano e vi illudono. I vantaggi sono tutti loro. Alla vostra startup non andrà niente. Naturalmente ci sono casi virtuosi. Quindi scegliete bene le persone e di conseguenza incubatori a cui affidarvi.
– Da qualche tempo vivo in Inghilterra. Nessuno mi ha mai presentato nessuno, ma ho fatto più in tre mesi in Inghilterra che in anni in Italia. Perché? Due motivi. Ecosistema e network. Quello inglese è un ecosistema maturo e in cui si fa sistema su tutto, anche in tema di startup. Mi fa sorridere che in Italia ci sia ancora la “guerra” tra Roma e Milano. Dimostra tutta la piccolezza di una nazione. Quanto al network di potenziali investitori, se vali vai avanti. Per essere ascoltato da un investitore e ottenere un finanziamento non c’è bisogno di nessuna spintarella o “amico di”.
– In Italia c’è troppa invidia, si critica troppo. Passate meno tempo a criticare e più tempo a costruire. Sarà per questo che il buon Charles scriveva “La gente che non fa niente, è sempre la prima che fa delle critiche a tutto”. Ecco il problema è proprio questo. Che non fate niente.
– L’altro giorno ho ricevuto una mail di un noto portale di equity crowfunding italiano. Mi invitava a investire in questa startup con crescita percentuale a 2 zero (sai che ci vuole a crescere a due zeri partendo da 0!) e pronta a puntare con forza sul mercato internazionale. Il motivo? Il sito era già stato tradotto in inglese!!! Ma scherziamo.
– Fondi pubblici per “per stimolare una nuova cultura imprenditoriale legata all’economia digitale”. Ahahaha. Nuova forma di sussidio e consenso sociale.
Come fare startup in Italia
Non pensare a fare startup. Pensa a costruire un business digitale o prodotto seriamente innovativo che funzioni. Al 99% potrai chiamarla startup anche se nella sostanza (scalabilità) poi non lo sarà. Non perdere tempo con chi ti vende fumo e circondati di gente seria e preparata che può guidarti su come fare.
Quelli preparati non sono gli esperti, ma gente che ha fatto o anche provato (fallendo) a fare qualcosa. L’Italia è piena di imprenditori che possono insegnare tanto, ma se ne stanno lontani dalle tante pagliacciate di eventi che si vendono in giro. Hanno cose serie da portare avanti.
Quando fai startup o come vuoi chiamarla, pensa globale, ma anche solo “europeo”. Non limitarti al solo mercato italiano. L’economia italiana è in stagnazione perenne. Molte startup falliscono proprio per questo. Il loro prodotto o servizio venderebbe meglio in Germania o UK, ma non in Italia. In Italia i soldi che circolano sono pochi. Mettetevelo in testa. Guardate alla UK, alla Germania, ma soprattutto ai mercati asiatici. Io ho avviato relazioni di business con la Cina e vi assicuro che quella è un’economia che cresce.
Il sistema italiano non aiuta. I politici si sciacquano la bocca con “innovazione”, “industria 4.0”, “giovani”. Di concreto? Nulla. Andate per qualche mese a vivere in Germania, Olanda, UK, Estonia, Francia, Spagna (per rimanere in EU). Noterete le differenze. Ecco perché i cervelli fuggono dall’Italia, ma nessun cervello fugge in Italia.
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Conclusioni
La vostra startup fallirà non per una per un solo motivo, ma per tanti tanti motivi che si sommeranno.
Alcuni dipenderanno da voi, altri dall’ecosistema in cui vi trovate. Alcune di questi motivi e in particolare quelli che vi ho elencati in “I motivi ufficiali per i quali la tua startup fallirà e possibili soluzioni” possono essere prevenuti. Per gli altri la soluzione è più complessa e passa prima attraverso un cambio di mentalità.
Buona startup a tutti.
Scritto da Stefano, Startup founder | Digital Entrepreneur | Mentor, seguimi su: